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TUMORI BENIGNI E MALIGNI DELLE GHIANDOLE SALIVARI
I tumori delle ghiandole salivari sono rari e caratterizzati da una notevole variabilità istologica, con conseguente difficoltà nella classificazione, nella corretta diagnosi istologica e nella standardizzazione dell’approccio terapeutico.
La maggior parte dei tumori delle ghiandole salivari maggiori sono benigni e circa il 70-80% originano nella ghiandola parotide.
Il palato è la sede più frequente dei tumori ad origine dalle ghiandole salivari minori.
DIAGNOSI
Dal punto di vista clinico, i tumori delle ghiandole salivari si presentano con una massa asintomatica a lenta crescita.
Il deficit del nervo facciale o di altri nervi, il rapido accrescimento ed il dolore sono suggestivi di malignità.
La diagnosi si formula attraverso un esame obiettivo ORL completo con attenta valutazione della sede della lesione, delle dimensioni, della dolorabilità e della mobilità rispetto ai piani superficiali e profondi.
L’esame si completa con la palpazione del collo per escludere adenopatie latero-cervicali e con la valutazione della funzionalità del nervo facciale.
All’esame clinico deve sempre seguire uno studio ecografico competo del collo con, quando indicato, un agoaspirato sotto guida ecografica per una diagnosi citologica della lesione.
In caso di neoplasie interessanti il lobo profondo della parotide, altre ghiandole salivari maggiori o minori, o nel sospetto di malignità, è utile completare lo studio radiografico con una Risonanza Magnetica o TC con mezzo di contrasto.
L’esame citologico fornirà con una notevole accuratezza una diagnosi di natura, tumore benigno o maligno e probabile origine citologica, anche se, a causa della notevole difficoltà determinata dalla grande varietà istologica, la diagnosi di certezza sarà solo quella istologica sul pezzo operatorio.
L’ Adenoma pleomorfo o Tumore misto è il più frequente tumore benigno delle ghiandole salivari, sia maggiori che minori.
Si localizza prevalentemente a livello della ghiandola parotide, con netta prevalenza per il lobo superficiale, ma può svilupparsi in ogni ghiandola salivare non escluse le ghiandole salivari minori che si trovano nella mucosa delle labbra, delle guancie e del palato molle.
Quando origina dalle ghiandole salivari minori, colpisce con maggiore frequenza quelle palatali.
La neoplasia può essere pluricentrica (svilupparsi in più zone della stessa ghiandola).
La diagnosi si formula in base all’esame obiettivo, ad esami strumentali (ecotomografia, TAC, RMN) e all’agobiopsia.
La terapia è chirurgica e consiste nella asportazione della parte di ghiandola in cui si è sviluppato.
Il tumore di Warthin o cistoadnolinfoma si localizza quasi esclusivamente a livello parotideo e a livello del lobo superficiale, raramente coinvolge la ghiandola sottomandibolare.
Colpisce prevalentemente il sesso maschile durante la sesta decade e nel 10% dei casi è bilaterale.
Il trattamento è chirurgico.
Il carcinoma mucoepidermoide è il più frequente tumore maligno delle ghiandole salivari.
In quasi il 90% dei casi si localizza a livello parotideo.
Le sue caratteristiche microscopiche permettono di individuarne differenti gradi di malignità: basso, intermedio ed alto grado.
Il carcinoma adenoidocistico rappresenta circa il 10% delle neoplasie epiteliali maligne delle ghiandole salivari. E’ più frequente tra la quarta e la sesta decade di vita.
E’ un tumore a lenta crescita, caratterizzato però da un’alta percentuale di recidiva locale per infiltrazione delle strutture nervose (frequente è la comparsa di paralisi del nervo facciale alla diagnosi) e da una spiccata tendenza alla metastatizzazione per via ematogena.
La sua lenta crescita biologica determina un decorso lento, con una sopravvivenza a 10 anni inferiore al 50%.
La chirurgia è la principale arma terapeutica.
TERAPIA
I trattamento dei tumori benigni e maligni della ghiandole salivari è prettamente chirurgico.
La Parotidectomia parziale e totale è l’asportazione della sola porzione superficiale o di tutta la ghiandola parotide in considerazione della sede e delle dimensioni del tumore, con accurata identificazione del nervo facciale e dissezione dei suoi rami di divisione.
La Scialoadenectomia sottomandibolare è l’asportazione della ghiandola sottomandibolare, con particolare attenzione all’isolamento del nervo “marginalis mandibulae” ramo del facciale che governa la motilità del labbro inferiore.
La chemioterapia e la radioterapia possono o devono essere abbinate secondo la natura istologica della neoplasia.